Scopri la storia della nostra dimora storica nel centro di Roma
La storia di questa casa, dove vi accogliamo, inizia con il Cavaliere Italo Signorini, il quale alla fine del XIX secolo lasciò il Veneto e dopo alcuni anni vissuti in Africa, nei primi del ‘900 giunse a Roma e acquistò il fabbricato in Via Veneto, che divenne subito dopo il Grande Albergo Flora, ancora oggi esistente.
Agli inizi degli anni ‘20, con l’Albergo Flora in piena attività, decise di costruire il Palazzo ove ora sorge “Relais Donna Lucrezia”, il quale fu lasciato in eredità ai suoi sette figli. Alla fine degli anni ‘40 la nipote di Italo Signorini, Francesca, si sposò con il Conte Moroni, ufficiale di cavalleria e campione di equitazione, discendente di un’antica e nobile famiglia di Bergamo. Questa famiglia ha le sue origini ad Albino, un piccolo paese delle Valli bergamasche, che fu anche il luogo di nascita del pittore Giovanni Battista Moroni, vissuto nella meta del ‘500.
Agli inizi degli anni ‘20, con l’Albergo Flora in piena attività, decise di costruire il Palazzo ove ora sorge “Relais Donna Lucrezia”, il quale fu lasciato in eredità ai suoi sette figli. Alla fine degli anni ‘40 la nipote di Italo Signorini, Francesca, si sposò con il Conte Moroni, ufficiale di cavalleria e campione di equitazione, discendente di un’antica e nobile famiglia di Bergamo. Questa famiglia ha le sue origini ad Albino, un piccolo paese delle Valli bergamasche, che fu anche il luogo di nascita del pittore Giovanni Battista Moroni, vissuto nella meta del ‘500.
Giovanni Battista Moroni, nato ad Albino intorno al 1522, dopo aver trascorso la sua formazione nella bottega del Moretto a Brescia, si dedica a ritrarre personaggi influenti del suo tempo e soggetti religiosi. È accertata la sua presenza a Trento durante il Concilio nel 1551, ove realizza oltre alla pala d’altare della Cattedrale, i ritratti dei Vescovi Conti Madruzzo, oggi conservati al Washington National Gallery. I quadri del Moroni sono oggi presenti nei più importanti musei del mondo e questo è il motivo per il quale abbiamo deciso di avere in ogni camera una riproduzione dei ritratti dell’illustre pittore.
La famiglia dei Conti Moroni, le cui origini documentate risalgono al 1300, deve l’inizio delle sue fortune a Battistino Moroni, “mercante di panni”. Intorno alla metà del 1500 la famiglia si trasferisce a Bergamo, dove nel 1636 Francesco Moroni e la moglie Lucrezia iniziano la costruzione, durata trent’anni, del Palazzo, capolavoro dell’arte barocca e ancora oggi di proprietà della famiglia. Ai primi del 1800 il Conte Alessandro Moroni trasformò un’antica casa di campagna nell’attuale Villa Moroni di Stezzano, in stile neoclassico. Durante i secoli la famiglia accrebbe le proprie fortune dedicandosi alla coltivazione dell’albero di gelso e all’allevamento dei bachi da seta: infatti nello stemma della famiglia, che si può ammirare sopra il camino della sala da pranzo, vi è rappresentato un albero di gelso.
La famiglia dei Conti Moroni, le cui origini documentate risalgono al 1300, deve l’inizio delle sue fortune a Battistino Moroni, “mercante di panni”. Intorno alla metà del 1500 la famiglia si trasferisce a Bergamo, dove nel 1636 Francesco Moroni e la moglie Lucrezia iniziano la costruzione, durata trent’anni, del Palazzo, capolavoro dell’arte barocca e ancora oggi di proprietà della famiglia. Ai primi del 1800 il Conte Alessandro Moroni trasformò un’antica casa di campagna nell’attuale Villa Moroni di Stezzano, in stile neoclassico. Durante i secoli la famiglia accrebbe le proprie fortune dedicandosi alla coltivazione dell’albero di gelso e all’allevamento dei bachi da seta: infatti nello stemma della famiglia, che si può ammirare sopra il camino della sala da pranzo, vi è rappresentato un albero di gelso.
Oggi i discendenti della famiglia si dedicano ancora all’attività agricola nella loro Azienda in Sabina a circa 40 km da Roma, dove vengono prodotti formaggi, salumi, olio extra vergine di oliva e uova che troverai sulla tavola della tua colazione ogni mattina, oltre a poterli acquistare per avere un nostro ricordo, una volta tornato a casa.